tag:blogger.com,1999:blog-10939215836163450382024-03-13T17:22:26.303+01:00Per fortuna vivere è difficilecome affrontare il dolore con consapevolezza e distacco, trasformandolo in occasione di crescitaAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.comBlogger46125tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-86569111872447083122015-05-24T08:39:00.000+02:002015-05-24T08:39:17.729+02:00LA MINDFULNESS FUNZIONA COME UNA PSICOTERAPIA, ECCO PERCHE’.Che la meditazione di consapevolezza, ormai protocollata a livello internazionale come mindfulness, abbia vigorosi effetti clinici è un’evidenza consolidata da centinaia di ricerche internazionali. Una delle ultime pubblicazioni, risalente al febbraio 2015, mostra come i gruppi di mindfulness abbiano la medesima efficacia della terapia cognitivo-comportamentale individuale sui pazienti con disturbi d’ansia e dell’umore.<a href="http://dx.doi.org/10.1192/bjp.bp.114.150243" target="_blank"> Lo studio, su 215 soggetti, è del prof. Jan Sundquist della Lund University Svedese.</a><br />
<br />Si tratta però di capire esattamente perché la mindfulness sia così efficace, cioè come funziona precisamente all’interno del cervello. David Creswell della Carnegie Mellon University – noto per av<br />
er mostrato che la meditazione allevia lo stress, e riduce il senso di solitudine negli anziani – ha sviluppato recentemente un modello che descrive l’azione della pratica sulle vie dello stress, evidenziando i correlati biologici del training di mindfulness. <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-p-r2hOYvLfc/VWFx5ceIiLI/AAAAAAAAAeI/XflsSG18ynM/s1600/Mindfulness-Therapy.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-p-r2hOYvLfc/VWFx5ceIiLI/AAAAAAAAAeI/XflsSG18ynM/s1600/Mindfulness-Therapy.jpg" /></a></div>
Quando un soggetto è sotto stress, l’attività cerebrale nella zona prefrontale della corteccia – deputata al controllo e alla pianificazione – diminuisce, mentre l’attività dell’amigdala, dell’ipotalamo e della corteccia cingolata anteriore – zone di attivazione rapida della risposta fisiologica d’allarme – aumenta. La pratica della mindfulness inverte questo pattern sotto stress, aumentando l’attività prefrontale che, a sua volta, è in grado di regolare e spegnere la risposta d’allarme. Riducendo l’esperienza individuale di stress, la meditazione può aiutare a regolare stabilmente la risposta fisiologica e quindi a ridurre il rischio e la gravità dei disturbi stress-correlati. <br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-9016300417460664822012-10-16T21:26:00.000+02:002012-10-16T21:28:15.577+02:00NEUROMEDITAZIONE: MINDFULNESS PIU' TECNOLOGIA<a href="http://4.bp.blogspot.com/-LKHqHlCmt-E/UH2zGxPOnzI/AAAAAAAAAFs/5fDC2oqw_Es/s1600/neuro-meditation-chinoise-peut-reparer-substa-L-PnIK_b.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-LKHqHlCmt-E/UH2zGxPOnzI/AAAAAAAAAFs/5fDC2oqw_Es/s320/neuro-meditation-chinoise-peut-reparer-substa-L-PnIK_b.jpeg" width="320" /></a>Che la meditazione sia una pratica in grado di contribuire attivamente e tangibilmente al benessere psicofisico è ormai un dato confermato da centinaia di ricerche scientifiche pubblicate in due decenni. Gli effetti studiati vanno dalla diminuzione dell’ansia alla riduzione dei sintomi depressivi, dalla minore percezione del dolore cronico al contenimento delle dipendenze, dall’abbattimento del rimuginio all’equilibrio tra sistema simpatico e parasimpatico, dalla migliore variabilità cardiaca al controllo della pressione sanguigna. <br />
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Insomma, che funzioni si sa. La questione problematica, per molti, è avvicinarsi a una pratica che richiede assiduità e tempo.Tra le obiezioni più frequenti cui mi capita di dover rispondere cito, a titolo di esempio, le seguenti:<br />
- non ho tempo di fare gli esercizi<br />
- sono troppo stanco e quando faccio gli esercizi mi addormento<br />
- faccio gli esercizi quando sono in forma, ma quando sono giù o sono pieno di preoccupazioni non ci riesco proprio.<br />
Il punto è questo: il primo esercizio è scegliere di fare l’esercizio. Trattandosi di una pratica orientata al cambiamento dello stile di vita e del pensiero, la meditazione – possiamo chiamarla training della consapevolezza, oppure mindfulness – non va solamente “capita”: non funziona se la “sai”, ma se la “fai”. <br />
Non è però necessario essere monaci tibetani per dedicarsi a questa attività. Si può essere anche professionisti occidentali inseriti in un tessuto urbano frenetico, o studenti senza un attimo di respiro, o casalinghe immerse nei propri rituali domestici. E’ possibile lasciarsi contaminare dalla presenza costante e rassicurante di esercizi di spostamento dell’attenzione e respirazione per mezzora al giorno, o approfittare di brevi pause di tre-dieci minuti per inserire le cosiddette “micropratiche”, cioè veri e propri stacchi mentali in cui si sceglie consapevolmente di uscire dal proprio funzionamento abituale e automatico, riprendendo coscienza di ciò che è nel momento in cui è, cioè accogliendo sensazioni, emozioni e pensieri del momento senza giudicarli, frenarli, controllarli, censurarli. Basta un semplice reminder automatico, come una sveglia, o un’app dedicata per smartphone (per esempio Mindfulness Bell, Mindfulness, Headspace) per interrompere a intervalli prestabiliti la routine con qualche minuto di attenzione su se stessi e sul respiro.<br />
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Ma attualmente c’è di più. L’unione delle pratiche meditative e delle psicotecniche di matrice neurologica ha portato all’emersione di una nuova disciplina, che viene chiamata neuromeditazione. Si tratta in sintesi di una forma di meditazione facilitata, assistita o verificata da un processo di condizionamento, induzione o controllo delle onde cerebrali, effettuato tramite un supporto tecnologico.<br />
Uno stato meditativo reale e profondo corrisponde a un’espansione delle onde alpha (8-12 Hz) soprattutto nella zona posteriore del cervello e nell’emisfero destro, con possibili stati di trance evidenziati da un aumento delle onde Theta (4-8 Hz), che caratterizzano più frequentemente e stabilmente gli stati ipnotici (non è questa la sede per discutere quali e quanti punti di sovrapposizione ci siano tra stati gli di “risveglio” meditativo e quelli di trance ipnotica). <br />
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Per verificare che un soggetto lasci andare i pensieri in eccesso (diminuzione delle onde Hi-beta frontali) e allo stesso tempo non si addormenti (espansione delle onde Delta), è possibile monitorare in tempo reale il funzionamento del suo cervello mentre medita, con l’apposizione di pochi elettrodi sul cuoio capelluto, che permettono di visualizzare e registrare un tracciato elettroencefalografico su computer e capire come guidare l’esperienza meditativa del cliente. <br />
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In alternativa è possibile utilizzare una tecnica di <i>neurofeedback</i>, con la stessa serie di elettrodi (da leggersi come sensori di elettricità interna, non come induttori), incentivando e quindi condizionando tramite appositi software il raggiungimento e il mantenimento delle onde più corrette attarverso ricompense acustiche. In parole povere, la persona a occhi chiusi sente un brano musicale quando il suo cervello si adegua alle soglie di funzionamento previste, e la musica si interrompe quando le frequenze cerebrali escono dai confini stabiliti, determinando così a poco a poco un condizionamento automatico delle onde prescelte (sessioni da 20-40 minuti).<br />
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Un terzo modo con cui è possibile interagire tecnologicamente con la meditazione è il <i>brainwave entrainment</i>, cioè la modificazione progressiva della velocità delle onde cerebrali attraverso stimoli visivi/fotici, o acustici (binaurali o isocronici) digradanti, che assumano il ruolo di stimolo dominante e conducano il cervello a rallentare fino alla velocità migliore per lo stato meditativo, in 20-40 minuti. <br />
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Infine è possibile sfruttare i rapidi effetti dell’<i>elettrostimolazione transcranica</i> (CES), attraverso la quale vengono indotte con regolarità per 20-60 minuti microscariche elettriche del tutto innocue e impercettibili, attraverso i lobi delle orecchie, fino all’allineamento delle onde cerebrali allo stato alpha indotto dall’esterno.<br />
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In tutti questi modi il training alla mindfulness in studio diventa più semplice per i soggetti meno predisposti, più rapido per tutti e spesso immediatamente soddisfacente grazie alle proprietà rilassanti e decomprimenti dello stato alpha. <br />
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Nella pratica è possibile abbinare diverse modalità di intervento contemporaneamente: CES come approccio rapido iniziale, neurofeedback come apprendimento progressivo, mindfulness tradizionale come pratica immersiva e cognitiva, brainwave entrainment come complemento acustico degli esercizi quotidiani. Ogni intervento, comunque, va realizzato sartorialmente sulla base dell’esperienza personale del soggetto, e dopo una seduta di monitoraggio e mappatura dell’attività cerebrale dello stesso.<br />
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<a href="http://www.autostima.net/shopping/prodotto.php?id_prodotto=730&pp=104707&utm_source=Aff104707&utm_medium=linkAff&utm_campaign=Aff104707id730">Puoi scaricare i file mp3 da qui.</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-15614752428400187782012-03-10T19:53:00.001+01:002012-03-10T20:12:50.581+01:00HAI UN CANCRO AL SENO? UN AIUTO DALLA MINDFULNESS.L’ultima ricerca, in ordine cronologico, sui benefici delle pratiche di mindfulness, secondo il protocollo MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction )di Kabat-Zinn riguarda le donne affette da cancro al seno. <br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-Ce3saNFtZig/T1uniJsze8I/AAAAAAAAAFA/0GM9UV008g4/s1600/cancro+seno.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-Ce3saNFtZig/T1uniJsze8I/AAAAAAAAAFA/0GM9UV008g4/s320/cancro+seno.jpeg" width="320" /></a>Secondo l’American Cancer Society, oggi chi riceve una diagnosi di tumore alla mammella ha un tasso di sopravvivenza molto più alto che nei decenni precedenti, però deve affrontare il tema della propria salute anche dopo la fine dei trattamenti specifici. In particolare, all’incirca il 50% dei soggetti che sconfiggono quel tipo di malattia soffre poi di depressione. L’Università del Missouri ha chiarito che meditare ha un effetto pratico e tangibile sul benessere psicofisico delle ex-malate di cancro.<br />
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Il protocollo MBSR unisce alla pratica meditativa esercizi fisici e momenti psicoeducazionali sul funzionamento dello stress nella mente e nel corpo. Le donne che sono guarite dal cancro e hanno seguito le classiche otto settimane di training MBSR hanno dato risultanze precise: pressione sanguigna più bassa, battito cardiaco rallentato, ritmo respiratorio più tranquillo. Allo stesso tempo il tono del loro umore è migliorato, così come il loro livello di consapevolezza generale. Swecodno i ricercatori questo approccio, completamente non-farmacologico, funziona alla perfezione come complemento di trattamenti chimici e chirurgici intrusivi.<br />
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I benefici si riscontrano già dai primi periodi dopo la diagnosi, che di per sè rappresenta uno shock che fa sentire la persona come se improvvisamente perdesse il controllo della propria vita. Capire la differenza tra controllo e gestione e imparare a gestire sempre il proprio stato presente, a partire dal respiro, aumenta il livello dis peranza e la sensazione che la vita possa proseguire normalmente nonostante tutto.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-44637840468075626892011-12-24T19:03:00.002+01:002011-12-24T19:30:01.832+01:00TRE MOTIVI PER FARSI UN AUGURIO DIVERSO DAL SOLITO<div style="text-align: left;"><br />
</div><a href="http://1.bp.blogspot.com/-dy_bzZuT7x0/TvYTdut5B5I/AAAAAAAAAEc/0sRKSwTGGlo/s1600/babbo+triste.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-dy_bzZuT7x0/TvYTdut5B5I/AAAAAAAAAEc/0sRKSwTGGlo/s320/babbo+triste.jpg" width="240" /></a>Questa settimana è emotivamente sempre uguale. Tra Natale e Capodanno ci si ciba di marketing della bontà. Luci e regali, funzioni religiose e sospironi, emozioni obbligatorie e tradizioni preconfezionate: a me sembra una sintesi perfetta di come non essere e di come non stare, se si tiene a se stessi.<br />
E’ una settimana-evidenziatore che porta a galla anzi il nostro malessere e le nostre abitudini più inutili. I motivi sono almeno tre.<br />
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Il primo è ben sintetizzato da un gioco di parole. Perdono un’occasione coloro i quali non usano il perdono per dono. Tutti presi dall’ansia da regalo, infatti, consideriamo l’offerta materiale come un ticket convenzionale per arrivare al cuore di ci interessa o per assolvere alla funzione sociale del Natale, cioè il riconoscimento di un nucleo di affetti attorno ad alcuni simboli certificati dalla storia e dalla moda. Eppure ci dimentichiamo di fare un regalo alla persona che per ciascuno di noi è più importante: noi stessi. Il più grande regalo che possiamo farci è perdonarci, cioè eliminare i maledetti sensi di colpa che ci legano come cotechini impedendoci di vivere nel presente con consapevolezza. Possiamo scrivere su un foglio di carta tutto ciò per cui ci sentiamo in colpa o le ragioni per le quali abbiamo l’impressione di non meritare la vita che vorremmo. Poi impacchettiamo questo foglio come se fosse un dono e al momento giusto apriamo il pacchetto, rileggiamo ciò che abbiamo scritto e facciamone mille pezzettini o bruciamo tutto liberandocene.<br />
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Il secondo motivo è il terribile incrocio tra passato e futuro che questi giorni ben rappresentano. A fine anno sembra impossibile non redigere bilanci, stilare buoni propositi, immaginare scenari. Nostalgia e ansia dominano per qualche minuto o per molte ore il passaggio da un anno all’altro. La questione però è che tutto questo non è più, o non è ancora. Il passato è già passato e il futuro non c’è, in questo momento. L’unica soluzione è stare qui, adesso, accogliendo le passeggere tristezze e il senso di vuoto e lasciando che la nostra attenzione noti che c’è anche altro.L’unico istante in cui puoi fare qualcosa è quello stesso istante in cui non fai nulla perché sei tutto preso a guardare indietro o a strizzare gli occhi per provare a scorgere contorni indefiniti davanti a te. E mentre lo fai, perdi quell’attimo magico che è il presente. Viceversa, torna al presente con consapevolezza - anche semplicemente respirando e osservando senza suggestioni i piatti, le luci, i colori di queste giornate di festa, che possono stupirti per come sono, invece di spaventarti per come non sono più o ancora - e disinnescherai i ritornelli mentali.<br />
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Terzo motivo: l’idea che tutti in questi giorni siano felici e beati è una menzogna sociale e crea un’aspettativa talmente elevata, nella vita dei singoli, che molti si troveranno a combattere con la tristezza solamente perché si confrontano con l’aspirazione di vivere un “Natale perfetto”, da cartolina. Siamo riusciti a creare un mostro: esiste un Natale idilliaco nelle nostre teste, che raramente si declina identico nella vita reale di ciascuno di noi, eppure è in grado di infilare fantasmi e confronti in mezzo ai nostri pensieri, guastandoci l’umore. Quello è più ricco, quello è più felice, quello ha una famiglia migliore, quello sì che è sereno, bei tempi quelli in cui passavo il Natale a casa, quando ero bambino era tutta un’altra cosa, blablabla. Per celebrare un’icona della felicità calpestiamo la felicità vera, che è sempre e soltanto la nostra capacità di stare con le nostre emozioni in questo momento, senza negarle, senza rinunciare ad alcuna di esse.<br />
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Il mio personale augurio è per un 2012 che permetta a tutti di smettere di inseguire un’ideale di Sé che soltanto noi vediamo, facendo sforzi infiniti per arrivare sempre più su, sempre più vicini a questo qualcosa che nemmeno sapremmo definire, perché non è un vero obiettivo ma l’illusoria visualizzazione di un’insoddisfazione cronica, che malignamente la nostra mente ci ripropone di continuo come ambizione. Da fuori, chi ci osserva, non capisce, non vede questa bolla sospesa sopra la nostra testa, che tanto ci ossessiona. Vede soltanto quello che facciamo. E di solito quello che facciamo è preoccuparci. Cioè non facciamo alcunchè. Partiamo da qui. Fai qualcosa. Un’azione anche molto piccola. Basta che sia soltanto per te e che ti piaccia davvero.<br />
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Un piccolo regalo per tutti, nel frattempo: su <a href="http://lettura.perfortunavivereedifficile.it/">http://lettura.perfortunavivereedifficile.it</a> è a disposizione un'audio interattivo con la lettura del primo capitolo del mio ebook.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-78753126421176183632011-12-03T11:09:00.000+01:002011-12-03T11:09:56.505+01:00Liberi dalla trama dei pensieriCosa succede quando leggiamo un romanzo e ci facciamo prendere dalla sua trama? Divoriamo le pagine, avanziamo parola dopo parola trasportati dal ritmo che l’autore ha voluto dare ai nostri pensieri, viviamo per qualche minuto o qualche ora in uno stato modificato di coscienza, nel senso che ci infiliamo in una doppia condizione: assenza dalla vita reale e presenza amplificata nelle vicende raccontate dal libro.<br />
E’ piacevole sprofondare tra le pagine di un romanzo, così come nella trama di un film. E’ un po’ come vivere un’esistenza vicaria per un breve lasso di tempo. Specie quando il racconto ci fa sognare trasportandoci in un altro luogo, in un altro modo di vivere, o in un esito diverso (e forse impossibile) di azioni quotidiane già vissute. Ma cosa succederebbe se per qualche ragione le pagine del libro ci causassero soltanto emozioni negative e si ripetessero per tutta la lunghezza del volume? Probabilmente esprimeremmo un giudizio negativo e un po’ stizziti chiuderemmo il libro dopo una manciata di pagine.<br />
Allora perché non riusciamo a farlo con i nostri pensieri?<br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-Z55n089XWLc/Ttn1LeLTpmI/AAAAAAAAAEM/hCDhcNeBeeg/s1600/trama.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="264" src="http://1.bp.blogspot.com/-Z55n089XWLc/Ttn1LeLTpmI/AAAAAAAAAEM/hCDhcNeBeeg/s320/trama.jpg" width="320" /></a>Immagina di poter accendere un microregistratore digitale nel tuo cervello ogni mattina, appena ti svegli. E’ un apparecchio sofisticatissimo: riesce a memorizzare tutto quello che ti dice la tua voe interna. Arrivato a sera, il dispositivo si spegne. A quel punto immagina di riascoltare tutto quello che ha detto la tua voce mentale nel corso della giornata. Ti ritieni probabilmente una persone intelligente, eppure scopriresti di aver detto a te stesso un’infinita di cose idiote, che a freddo non condivideresti. Con ogni probabilità riconosceresti discorsi ripetitivi, frasi che tornano in continuazione, domande e risposte sempre simili, una specie di stile ricorsivo del discorso interno. Riascoltando la tua voce mentale forse scopriresti quante discussioni inutili, quanti commenti superflui, quanti giudizi pleonastici, quanta paura, quante difese trovano posto tra i tuoi pensieri. Di solito non ce ne accorgiamo. Arriviamo a sera con una sensazione di stanchezza mentale, come se avessimo fatto chissà cosa, eppure se ripercorriamo a ritroso le azioni che abbiamo intrapreso davvero nel corso della giornata, scopriamo che non sono poi così tante. Ciò che ci stanca, ciò che ci taglia le gambe, è il nostro dialogo interno. La voce della paura che usiamo come fosse una voce della sicurezza per interpretare il mondo che ci circonda e le cose che accadono.<br />
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La prima buona notizia è che il mondo va avanti anche senza (o nonostante) le nostre faticose elucubrazioni, il che significa che quella voce è pressochè inutile. La seconda buona notizia è che se ci accorgiamo di avere quell’eterno discorso acceso, nella mente, possiamo decidere di ascoltarlo da fuori, come faremmo se esistesse il famoso registratore.<br />
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Ascoltare, anzi osservare il fatto che ci parliamo di continuo per riempire il vuoto che ci spaventa è il primo passo per far tacere quella voce. Osserviamo i pensieri che scorrono, ascoltiamo senza giudicare e senza entrare nel merito. Un po’ come se assistessimo a una scena facendo spallucce e dicendo “Embè?”. La voce interna, giorno dopo giorno, comincerà a non portarci più nella spirale della sua trama, smetterà di farci vivere con i suoi ritmi. Lentamente, gradualmente, si spegnerà. Lasciandoci un meraviglioso silenzio mentale, navigabile come un mare calmo e cristallino. Scopriremo che quel vuoto che tanto temevamo è la condizione ideale per far nascere l’azione. Se la realtà entra nella nostra mente così come è, si traduce in azione più facilmente perchè non si infila in una selva oscura di "ma, se, forse, però", in altre parole non si fa arrestare dalle interpretazioni e dai giudizi più di quanto fisiologicamente già accada visto che ogni persona è soggetto dei propri sensi e delle proprie percezioni.<br />
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Succederà che potremo continuare a sprofondare nella trama di un romanzo quando sceglieremo di leggere un bel libro e abbandonarci alle sue pagine. Allo stesso tempo però sapremo distinguere la realtà esterna da quella interna, facendoci sorprendere dalla continua diversità di ciò che accade fuori, se avremo imparato a non sprofondare nella trama automatica e ripetitiva dei nostri pensieri quotidiani. Il microregistratore, ogni sera, restituirà soltanto silenzio. E la nostra giornata conterrà meno fatica e più esperienze.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-74678259442130652452011-11-17T13:08:00.003+01:002011-11-17T18:14:31.914+01:00I veri maestri non insegnano una cosa sola.<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 0cm;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-VWPVc56VwXg/TsT4UFk60RI/AAAAAAAAAD8/JPo5AQrKI70/s1600/yoda.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="145" src="http://2.bp.blogspot.com/-VWPVc56VwXg/TsT4UFk60RI/AAAAAAAAAD8/JPo5AQrKI70/s200/yoda.gif" width="200" /></a><span style="font-size: small;">A chiunque è certamente accaduto di conoscere persone molto esperte in una determinata materia. Sanno tutto, tuttissimo, di un metro cubo d’universo. Sono i migliori, nel loro settore. Conoscono perfettamente le leggi della fisica, o hanno sviscerato fino in fondo la Divina Commedia, o si sono votati per anni a una singola molecola, o si sono specializzati in un tipo di patologia, o hanno dedicato la propria esistenza a uno sport. Ecco, tutti questi sono profondi conoscitori di un angolo di mondo. Non maestri. O almeno non necessariamente. </span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 0cm;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 0cm;"><span style="font-size: small;">La prima cosa che manca agli esperti, per essere anche maestri è la volontà (ed eventualmente la capacità) di trasmettere il proprio sapere ad altri. Se sono in grado di farlo, diventano in genere buoni insegnanti. I maestri però sono ancora un’altra cosa. Un maestro è un essere umano che incontri per un motivo specifico e dal quale, per motivi aspecifici, non ti vorresti più allontanare. E’ qualcuno che ti trasmette un sapere diffuso, non necessariamente nozionistico, molto spesso esperienziale. E’ un modello omeostatico: tra ciò che ha dentro e ciò che lo circonda esiste un continuo scambio di contenuti e vissuti. Per questa ragione i veri maestri non insegnano una cosa sola.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 0cm;"><span style="font-size: small;">Non sei tu a sceglierlo, inoltre. Quando ti avvicini a un maestro lo fai perché credi di aver individuato in lui un comune mortale che ti può dare informazioni su un argomento. Cioè cerchi un insegnante. Oppure non cerchi proprio un bel niente e passi un po’ di tempo al cospetto di questo sconosciuto, su cui magari ti formi anche qualche pre-giudizio. Poi accade l’alchimia. Mister X (o miss X) parla, entra in relazione con te, e il grado di condivisione è tale che il flusso di contenuti diventa inarrestabile e privo di barriere. Non è lui o lei a porsi come maestro, sei tu ad assegnargli spontaneamente – e spesso inconsapevolmente – quel titolo e quel ruolo, nella tua vita.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 0cm;"><span style="font-size: small;">Ho conosciuto insegnanti di arti marziali che si fanno chiamare “maestro” per sentirsi importanti e colmare le proprie lacune, così come pittori e musicisti che si fregiano di quel titolo come fosse il classico “dottò” all’italiana, o ancora medici, che si considerano da soli “maestri” e camminano due o tre metri sopra il livello dei propri pazienti-clienti. In verità chi è maestro per qualcuno spesso non lo sa, e se glielo dicono forse un po’ se ne vergogna o comunque non se ne cura perché la sua attenzione è aperta al mondo e non ristretta su un solo oggetto, fosse anche il proprio narcisismo.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 0cm;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-Rm58tB-lw-0/TsTwIsD1CiI/AAAAAAAAAD0/BVtH8E9ITqA/s1600/concentrazione-consapevolezza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="http://2.bp.blogspot.com/-Rm58tB-lw-0/TsTwIsD1CiI/AAAAAAAAAD0/BVtH8E9ITqA/s400/concentrazione-consapevolezza.jpg" width="400" /></a></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 0cm;"><span style="font-size: small;">Questo è il punto: la modalità attentiva dei veri maestri. Perché abbiamo l’impressione che le persone che accettiamo come guide della nostra esistenza (di parti o di fasi di essa) siano “illuminate”? Proprio per la tipologia di attenzione che applicano alla loro vita e ai rapporti che intrattengono con le altre persone. Mi piace sempre pensare all’attenzione come se fosse una torcia potentissima con cui ciascuno di noi è in grado di fare luce sul mondo. C’è chi ha un po’ le pile scariche: la sua luce si accende e si spegne a intermittenza, o emette un fascio fioco e scarsamente utile. C’è chi non riesce mai a tenere la propria luce puntata su un oggetto per il tempo necessario a vederlo nei dettagli: è il caso dei distratti e di chi ha scarsa concentrazione. Poi c’è chi illumina con altissima precisione un oggetto, come se avesse un laser, ma tutto intorno è buio: così fanno gli esperti di una materia, ma anche le persone ansiose, la cui attenzione è attratta irresistibilmente dall’argomento che è fonte di preoccupazione. Poi c’è chi monta sulla propria torcia un diffusore che permette di illuminare tutta la realtà e di non farsi sfuggire la visione d’insieme: il diffusore è la consapevolezza e il soggetto in questione è il maestro, o la persona illuminata.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 0cm;"><span style="font-size: small;">Quando ti accosti a una persona dotata di questa apertura al reale lo capisci subito, perché la sua attenzione investe anche te. Ti senti importante, vivo, considerato. E immediatamente il tuo interesse per l’altra persona passa dal semplice piano del “cosa” (i contenuti) a quello del “come” (la considerazione del mondo e delle relazioni per ciò che sono, nel momento in cui sono).</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 0cm;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 0cm;"><span style="font-size: small;">Ci sono due notizie. Quella negativa è che i maestri si mimetizzano tra le persone comuni e quindi non si riconoscono da lontano per il colore della pelle, o perché hanno fondato una religione, o perché hanno un biglietto da visita particolare. La buona notizia è che chiunque può diventare maestro almeno di se stesso, applicandosi quotidianamente all’esperienza del reale, ampliando la propria attenzione, dedicandosi alla riscoperta di ciò che già esiste, ma che di norma viene vissuto come automatismo. Cosa stai facendo ora, per esempio, mentre leggi? E l’attenzione si allarga. E come sta il tuo corpo? E si allarga ancora di più. Quali pensieri scorrono nella tua mente? Ancora di più. Cosa c’è nella stanza intorno a te? L’attenzione può essere tanto ampia quanto numerosi sono i contenuti possibili della tua esperienza del mondo.</span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-26020980540616435202011-11-06T08:45:00.001+01:002011-11-06T10:12:10.181+01:00Piove. Come nella nostra mente.La grande e devastante pioggia di questi giorni è un buon modo per osservare, in atto e all’esterno, una rappresentazione iperbolica della piccola ma incessante pioggia quotidiana dei nostri pensieri nella mente. Goccia dopo goccia esondano torrenti, canali e fiumi; pensiero dopo pensiero, la nostra mente si riempie di rigagnoli che disperdono la nostra attenzione attirandola in trappole dolorose, sommergendo la coscienza e suggerendole ogni volta che la verità sta in una semplice percezione momentanea o in un’emozione passeggera. <br />
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-v3mrnheevH4/TrY6qM8PqAI/AAAAAAAAADc/PCM7kDRugE4/s1600/pioggia11.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://4.bp.blogspot.com/-v3mrnheevH4/TrY6qM8PqAI/AAAAAAAAADc/PCM7kDRugE4/s200/pioggia11.gif" width="200" /></a><br />
E’ di grande conforto, sempre per rimanere all’interno della metafora meteorologica, un pensiero buddista, tratto dall’Ittivuttaka (“Così fu detto”, una delle scritture fondamentali del Buddismo Theravada): «Chiunque plachi i pensieri incessanti, come la pioggia fa con una nube di polvere, con la consapevolezza che deriva dal pensiero placato, raggiunge qui e ora la dimora della pace».<br />
<br />
Il pensiero placato non è l’assenza di pensiero né il controllo ferreo dell’attività mentale ma l’accoglienza di ciò che compare sul palcoscenico della mente, nel momento in cui vi compare. Se piovono pensieri, osservare le gocce, una dopo l’altra, guardandone le caratteristiche e lasciandole poi cadere giù senza trattenerle o incanalarle, è come guardare tutta la scena al rallentatore e ad altissima definizione. Si scopre che tra una goccia e l’altra c’è un considerevole intervallo di tempo, e che le gocce non sono disposte tutte sullo stesso piano. Questa consapevolezza della singola goccia, del singolo pensiero, si trasforma gradualmente in una strategia di diradamento della pioggia. Forse potremo scoprire che quella che ci sembrava una tempesta tropicale è ora una pioviggine leggera. Forse non è così difficile scoprire che l’effetto pioggia deriva dall’ansia che ci impedisce di considerare una goccia dopo l’altra, in modo tranquillo, e ci mette di fronte a un muro d’acqua che non riusciamo a gestire per il suo enorme impatto. Goccia dopo goccia, momento dopo momento, la percezione cambia, il tempo si dilata, gli spazi vengono invasi da serenità e presenza. <br />
<br />
«Non ci riesco, quando mi viene l’ansia, non ci riesco». Certo, se non diluviasse l’esercizio risulterebbe elementare. Invece in condizioni di stress (e di maggiore utilità), il primo esercizio è sempre scegliere di fare l’esercizio. Optare per la singola goccia quando si è nella tempesta è una decisione importante e va nella direzione del cambiamento.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-59172390644994577612011-10-31T11:42:00.000+01:002011-10-31T11:42:02.339+01:00La zucca illuminata e la stagione del buio<!--[if gte mso 9]><xml> <o:DocumentProperties> <o:Version>14.00</o:Version> </o:DocumentProperties> <o:OfficeDocumentSettings> <o:AllowPNG/> </o:OfficeDocumentSettings> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:TrackMoves/> <w:TrackFormatting/> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:DoNotPromoteQF/> <w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther> <w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian> <w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> <w:SplitPgBreakAndParaMark/> <w:EnableOpenTypeKerning/> <w:DontFlipMirrorIndents/> <w:OverrideTableStyleHps/> </w:Compatibility> <m:mathPr> <m:mathFont m:val="Cambria Math"/> <m:brkBin m:val="before"/> <m:brkBinSub m:val="--"/> <m:smallFrac m:val="off"/> <m:dispDef/> <m:lMargin m:val="0"/> <m:rMargin m:val="0"/> <m:defJc m:val="centerGroup"/> <m:wrapIndent m:val="1440"/> <m:intLim m:val="subSup"/> <m:naryLim m:val="undOvr"/> </m:mathPr></w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
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<div class="MsoNormal"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-Q_PQ9i0xK_8/Tq57Qdl3zHI/AAAAAAAAADU/RxSYXVcXZis/s1600/Halloween.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="177" src="http://4.bp.blogspot.com/-Q_PQ9i0xK_8/Tq57Qdl3zHI/AAAAAAAAADU/RxSYXVcXZis/s200/Halloween.jpg" width="200" /></a>Tra il 31 ottobre e il 1 novembre molti rituali socialmente (variamente) condivisi ci preparano al buio. L’ora è cambiata da poco: il pomeriggio perde luce. I cristiani pensano ai morti. I neopagani celebrano la fine dell’estate con l’ultima festa del raccolto, considerano questa giornata come un capodanno e attendono l’inverno. Altri culti magici individuano in questa data l’addormentamento della giovane dea e il passaggio al dio vecchio e stanco, e praticano un sabbah. Per tantissimi è una specie di carnevale nero, un modo per folleggiare con ritmi estivi, prima di spostarsi sui ritmi caldi e tradizionali del Natale e da lì attraversare il gelo agognando il ritorno della primavera. Alcuni praticanti wiccan suggeriscono in questa data l’uso di frutti (mele e nocciole), colori (nero e arancio) e di una serie di incantesimi <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per sbarazzarci delle nostre abitudini indesiderate o dei tratti del nostro carattere che vogliamo modificare.</div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal">Antropologicamente parlando, tutti questi intenti sono lodevoli: cercano di esorcizzare la paura del buio e dell’ignoto facendo emergere una nuova consapevolezza del presente. A un laico però non occorre alcuna ritualizzazione per prendere coscienza del momento in cui è. Non è un esercizio stregonesco ma attentivo quello che serve. Il cambiamento della luce e dei ritmi personali corrisponde spesso a una mutazione dell’umore e dei pensieri. </div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal">Fermati per qualche minuto e cerca nella tua mente la voce che dice le solite cose. Porta l’attenzione sul “te” che ripete il disco rotto all’infinito. Il tuo momento di cambiamento consapevole può essere già questo: riconosci i ritornelli che ti racconti e osservali da fuori. Come se massaggiassi una contrattura scaldandola con i polpastrelli, vedrai a poco a poco sciogliersi sotto il calore della tua attenzione i refrain che non ti abbandonano. Ascoltare la tua voce da fuori è un ottimo modo per accogliere la stagione fredda liberandoti delle (e dalle) solite impressioni.</div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"> Non ce ne vogliano i fans delle zucche illuminate, ma l’unica zucca in cerca di illuminazione è quella che portiamo attaccata al collo.</div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-81843291217736541982011-10-23T20:35:00.002+02:002011-10-23T20:46:15.738+02:00Chi si ascolta è meno influenzabile: il corpo inganna il cervello<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/---VPtct4qSY/TqRdey7GSYI/AAAAAAAAADE/nGkEu-Y9Hwc/s1600/vitruvian-267x300.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">Traduco, traggo e interpreto da un articolo appena uscito <a href="http://www.newscientist.com/article/mg21228341.500-your-clever-body-thinking-from-head-to-toe.html?full=true">sul New Scientist a firma David Robson</a>. Si parla del rapporto tra mente e corpo. Perché tutti tendiamo a interpretare la mente come se fosse una cosa a parte, fuori dal corpo. Invece è sempre più chiaro che <b>tutto il corpo nella sua interezza è coinvolto nel processo del pensiero</b>. Senza input che arrivano dal corpo, la mente non sarebbe capace di generare un senso del Sè o di processare le emozioni in modo efficace.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/---VPtct4qSY/TqRdey7GSYI/AAAAAAAAADE/nGkEu-Y9Hwc/s1600/vitruvian-267x300.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/---VPtct4qSY/TqRdey7GSYI/AAAAAAAAADE/nGkEu-Y9Hwc/s1600/vitruvian-267x300.gif" /></a></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;"></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">Le sensazioni fisiologiche come quelle che derivano dal tuo battito cardiaco e dalla tua vescica, influenzano molte caratteristiche personali, come la tendenza a uniformarti alla maggioranza, la forza di volontà, l’attitudine a essere indirizzato dalle tue intuizioni o governato dal pensiero razionale. Negli ultimi anni le scoperte riguardanti le connessioni mente-corpo hanno sovrastato l'antica visione del corpo interpretato come un veicolo passivo guidato dalla mente. Esiste in realtà qualcosa di più di una collaborazione tra questi due aspetti e le esperienze corporee giocano un ruolo attivo nella vita mentale.</span></div><span style="font-size: small;"> </span><br />
<div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">Arthur Glenberg, dell’Arizona State University, dice chiaramente che «la mente non può agire indipendentemente dal corpo». In altre parole, sintonizzati sui segnali fisici e potrai imparare ad aumentare creatività, memoria e autocontrollo.</span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">Al centro del dibattito moderno c'era strabiliante sensazione dell’<i>embodiment</i>, l’incorporazione, la sensazione che siamo i proprietari della carne e del sangue che ci compongono dalla punta dei piedi fino alla sommità della testa e che questi stessi elementi costituiscono il nostro senso del Sé. </span></div><span style="font-size: small;"> </span><br />
<div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">Sin dalla fine degli anni 90 alcuni studi, attraverso illusioni sperimentali ormai celebri, hanno provato che la nostra mente è in grado di integrare le informazioni che riceve da diversi sensi incorporandole in un unico senso del Sé. E’ il caso della famosa <a href="http://youtu.be/TCQbygjG0RU">mano di gomma</a>: mettendo un arto finto davanti agli occhi del soggetto sperimentale e nascondendogli quello vero, ma applicando a entrambi la stessa stimolazione fisica, in pochissimi minuti la mente considera come parte del corpo la mano di gomma invece dell'altra, tanto che a occhi chiusi e su richiesta, il soggetto tocca la mano finta invece di quella vera scambiandola per vera.</span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">Studi e ricerche successive hanno chiarito che la corteccia insulare del nostro cervello processa similmente anche i segnali corporei interni, dal battito del cuore al brontolio dello stomaco. Esistono notevoli differenze interpersonali nella capacità di riconoscere e percepire questo genere di segnali: è quella che si chiama <i>interocezione</i>. Secondo un team dell'Università di Londra, soltanto un quarto delle persone è in grado di contare i propri battiti cardiaci con accuratezza superiore all'80% senza misurare convenzionalmente le pulsazioni, e un altro quarto ne ha una consapevolezza che si aggira intorno al 50%. Di norma chi ha una forte percezione di se stesso dall'interno, non si sofferma molto sulle informazioni che provengono dall'esterno come quelle derivanti dalla vista o dal tatto.</span></div><span style="font-size: small;"> </span><br />
<div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">Di recente a Stoccolma l'esperimento della mano di gomma è stato ripetuto con bambole intere, in modo da dare la sensazione ai soggetti sperimentali di avere un corpo delle dimensioni di una Barbie o giù di lì. Questo significa, una volta di più, che la nostra consapevolezza corporea dipende dalla nostra interpretazione dell'informazione esterna.</span></div><span style="font-size: small;"> </span><br />
<div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">Un altro singolare esperimento che va nella stessa direzione ha abbinato un tocco sul viso del soggetto sperimentale all'immagine di un tocco sul viso di una figura in uno schermo: ancora una volta, in pochissimo tempo, il soggetto ha cominciato a percepirsi come se fosse di fronte a uno specchio. Questo significa anche che l'influenza del corpo può valicare i confini della percezione sensoriale nel determinare come ci relazioniamo con le altre persone. Per esempio questo è <b>una delle prove più interessanti del perché entriamo subito in contatto con le persone che sottilmente copiano le nostre espressioni facciali e il nostro linguaggio corporeo</b>: vedendoci riflessi in qualcun altro che riconosciamo come una specie di nostra copia o proiezione, siamo portati ad agire nei suoi confronti come se stessimo vedendo noi stessi allo specchio.</span></div><span style="font-size: small;"> </span><br />
<div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">Questa idea è stata confortata da un ulteriore esperimento effettuato all'Università di Trento da Maria Paola Paladino. Ripetendo l'illusione del volto nello specchio, questo studio mirava a ottenere una autovalutazione della personalità dei soggetti sottoposti al test e una valutazione, da parte loro, della personalità della figura nello schermo di fronte: i risultati mostrano che i primi si considerano nettamente simili ai secondi.</span></div><span style="font-size: small;"> </span><br />
<div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">Una delle cose più interessanti da notare è che le persone che sono naturalmente più attente e ricettive nei confronti dei propri segnali interni sono anche quelle meno tratte in inganno dalle illusioni corporee, meno soggette alla manipolazione sociale e anche meno empatiche. Come la percezione del nostro battito cardiaco sia connessa alla nostra reazione inconscia nei confronti delle altre persone è ancora piuttosto misterioso.</span></div><span style="font-size: small;"> </span><br />
<div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">L'esperienza emotiva è forse l'area meglio studiata di tutta la cosiddetta <i>embodied cognition</i>. Per esempio di solito credi di sorridere perché sei felice ma nei fatti sono i tuoi sentimenti lieti a derivare dalla sensazione fisica di sorriso. Allo stesso modo chi si fa trattare le rughe della fronte con il botox impiega poi più tempo a interpretare frasi e situazioni tristi o irritanti proprio perché non gode più della mediazione dell'espressione. Inoltre emozioni e sensazioni corporee sono legate a doppio filo anche sotto il punto di vista termico: tendiamo a sentire più freddo quando ci sentiamo soli, mentre associamo anche a livello epidermico una sensazione di calore con l'inclusione sociale e un contesto amichevole.</span></div><span style="font-size: small;"> </span><br />
<div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">In sintesi le persone che sono maggiormente sintonizzate con il proprio corpo hanno una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni. </span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;">E che dire dell'apprendimento? I bambini piccoli imparano molto più rapidamente, e comprendono di più, se sono incoraggiati a mettere in scena quello che stanno leggendo. La memoria delle parole insomma sembra installarsi sull'esperienza sensoriale.</span></div><span style="font-size: small;"> </span><br />
<div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: small;"><b>Chiunque può utilizzare tatticamente il proprio corpo per migliorare la propria vita</b>. Dal mondo accademico arrivano ancora alcuni esempi interessanti. Di fronte a uno stallo ideativo, distendere il braccio sinistro e piegare quello destro in modo da assumere una posizione pensosa aumenta l’indice di creatività. Nella stessa condizione, muovere gli occhi dall'estrema sinistra all'estrema destra del proprio campo visivo aiuta a pensare in modo laterale e modificare il punto di vista. Per rendere più flessibile la capacità decisionale, invece, può essere utile effettuare scelte mentre si trattiene la pipì, si cammina all'indietro o si tendono i muscoli del corpo per poi rilassarli…</span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-50536852831223381282011-10-22T17:36:00.000+02:002011-10-22T17:36:59.333+02:00La consapevolezza fa bene al cuore: uno studio sul Tai Chi<!--[if gte mso 9]><xml> <o:DocumentProperties> <o:Version>14.00</o:Version> </o:DocumentProperties> <o:OfficeDocumentSettings> <o:AllowPNG/> </o:OfficeDocumentSettings> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:TrackMoves/> <w:TrackFormatting/> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:DoNotPromoteQF/> <w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther> <w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian> <w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> <w:SplitPgBreakAndParaMark/> <w:EnableOpenTypeKerning/> <w:DontFlipMirrorIndents/> <w:OverrideTableStyleHps/> </w:Compatibility> <m:mathPr> <m:mathFont m:val="Cambria Math"/> <m:brkBin m:val="before"/> <m:brkBinSub m:val="--"/> <m:smallFrac m:val="off"/> <m:dispDef/> <m:lMargin m:val="0"/> <m:rMargin m:val="0"/> <m:defJc m:val="centerGroup"/> <m:wrapIndent m:val="1440"/> <m:intLim m:val="subSup"/> <m:naryLim m:val="undOvr"/> </m:mathPr></w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-4euPxa4xr7w/TqLi0wl9gcI/AAAAAAAAAC8/yjEePS_9Obw/s1600/33062c5ef2dabfd74eb6ea496082795f.upload" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="208" src="http://1.bp.blogspot.com/-4euPxa4xr7w/TqLi0wl9gcI/AAAAAAAAAC8/yjEePS_9Obw/s320/33062c5ef2dabfd74eb6ea496082795f.upload" width="320" /></a></div><div class="MsoNormal" style="text-indent: 0cm;"><span style="font-size: small;">Il Tai Chi Chuan è un’arte marziale interna cinese. “Interna” è il termine con cui si indica la destinazione della pratica, che mira a fortificare e utilizzare l’energia interna, come per esempio il Qi Gong, adifferenza delle arti “esterne” cioè esplosive, come i vari stili di Kung Fu. Le micidiali potenzialità marziali del Tai Chi sono di solito poco insegnate dai maestri occidentali di quest’arte, <span> </span>che oggi noi conosciamo come forma posturale dinamica e lenta, una sorta di danza al rallentatore o, se preferite, una meditazione in movimento. <span> </span>In ogni caso vale l’effetto di questa pratica: il controllo della mente sul corpo attraverso un movimento armonioso e fluido che ha effetti notoriamente benefici sul sistema circolatorio, su quello nervoso, oltre che sulle articolazioni e come contrasto attivo dello stress.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-indent: 0cm;"><span style="font-size: small;">Negli USA, al <a href="http://www.bidmc.org/News/InMedicine/2011/April/ArchivesTaiChi.aspx">Beth Israel DeaconessMedical Centre</a> (Boston), un team di specialisti ha testato gli effetti del Tai Chi su un centinaio di pazienti adulti affetti da scompensi cardiaci. I movimenti circolari e bilanciati dell’arte cinese, secondo i risultati dello studio, risultano essere una valida alternativa agli esercizi fisici convenzionali a impatto basso e medio. Secondo Gloria Yeh, una delle sperimentatrici, “il Tai Chi è una pratica sicura, migliora la qualità della vita, il senso di autoefficacia percepita, il tono dell’umore e la gestione del dolore e delle emozioni negative, grazie allo spostamento del peso, alla ricerca dell’equilibrio fisico e all’autoconsapevolezza”. </span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-63264680687809471022011-10-15T16:40:00.000+02:002011-10-15T16:40:28.692+02:00Dolore cronico: nuovi farmaci e mindfulness.Il dolore cronico non oncologico affligge il 55,7% delle persone tra i 45 e i 65 anni, nel 55% dei casi a causa di lombalgie croniche e nel 45% quale dolore cronico delle articolazioni. In quasi il 45% dei casi dura da oltre tre anni e nel 20,7% da uno-tre anni.<br />
Come viene trattato? Con antinfiammatori nel 30,6% circa dei casi, con paracetamolo nel 22,2% e con oppioidi deboli nel 14,3%. Ma il 45,5% dei pazienti si dichiara insoddisfatto dalla cura. Non funziona tanto, dicono. Questi aspetti, riportati dal portale Doloredoc nel 2011, emergono da un’indagine tra 192 pazienti, condotta parallelamente a una indagine tra 325 medici. <br />
<br />
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-YPKwbmF5xfk/Tpma51F-WaI/AAAAAAAAAC0/wwnj1_R0B38/s1600/dolore_cronico.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="233" src="http://3.bp.blogspot.com/-YPKwbmF5xfk/Tpma51F-WaI/AAAAAAAAAC0/wwnj1_R0B38/s320/dolore_cronico.jpg" width="320" /></a>E mentre più di trenta città italiane il 16 ottobre aderiscono alla prima Giornata nazionale contro il dolore, la stampa si concentra sulla comunicazione dell’arrivo di un nuovo farmaco, il tapentadolo, che promette maggiore efficacia analgesica e migliore tollerabilità ed è dedicato proprio a chi è afflitto da dolore cronico.<br />
<br />
Sarebbe utile e intellettualmente corretto ricordare, insegnare o comunicare l’efficacia delle pratiche meditative, provata in Oriente da più di due millenni di risultati empirici e in Occidente da tre decenni di ricerche scientifiche. Un percorso di training alla mindfulness e una pratica quotidiana pur breve portano a risultati eccellenti e stabili. Per quanto riguarda il meccanismo degli effetti analgesici, diversi studi (tra cui Orme-Johnson et al., Neuroreport, 21,1359-63,2006).hanno dimostrato su volontari sani in meditazione una riduzione del 40-50% della risposta evocata dall’attivazione periferica delle vie dolorifiche nel cervello, a livello del talamo e della corteccia prefrontale. Inoltre è ancora più comprovato l’effetto della mindfulness sul controllo delle componenti psicologiche che circondano il dolore che, come è noto, è un fenomeno percettivo complesso nell’ambito del quale il pensiero ricorsivo, l’ansia e la paura generano un effetto aggravante e amplificante.<br />
<br />
Le ricerche si sono moltiplicate esponenzialmente negli ultimi dieci anni, i più grandi contributi teorici, divulgativi e metodologici attuali arrivano da medici, come J. Kabat-Zinn e D.J. Siegel. Prima di trangugiare l’ennesima pillola, pensaci.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-12825608642383959892011-10-15T16:26:00.000+02:002011-10-15T16:26:53.064+02:00I segnali del corpo<span style="font-size: small;"><strong style="font-weight: normal;">Suggerisco </strong>l'ebook <a href="http://www.autostima.net/shopping/prodotto.php?id_prodotto=267&pp=104707&utm_source=Aff104707&utm_medium=linkAff&utm_campaign=Aff104707id267%20q">I segnali del corpo</a> di Cecilia Mariotto (Bruno editore)</span><br />
<br />
<span style="font-size: small;">Ecco il sommario:</span><br />
<span style="font-size: small;"><br />
</span><br />
<span style="font-size: small;"><span class="testogiallo"><strong>COMPRENDERE E CAPIRE COS'E' LA PSICOSOMATICA </strong></span></span> <br />
<ul><li><span style="font-size: small;">Come viene considerato l'uomo dalla<strong> cultura occidentale e da quella orientale</strong>. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come riuscire a <strong>integrare in modo funzionale tutto ciò che ti è utile</strong> adattandolo al tuo modo di essere<strong>. </strong><br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come puoi riuscire ad <strong>ottenere la tua realizzazione personale</strong> attraverso le tue risorse. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">In che modo il tuo corpo diventa <strong>il mezzo per ottenere il benessere. </strong><br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come <strong>trasformare l'energia attraverso il tuo corpo </strong>e trovare gli strumenti per conoscerla. </span> </li>
</ul><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><strong>CONOSCERE GLI ORGANI, LE FUNZIONI E LE EMOZIONI </strong></span></span> <ul><li><span style="font-size: small;">Come <strong>percepire e interpretare i segnali che il tuo corpo ti invia</strong> quotidianamente. <strong><br />
</strong></span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come scoprire gli effetti benefici delle tre energie che sono in te:<strong> Ki, Jing e Shen. </strong><br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Imparare e <strong>conoscere le energie</strong> associate a ciascuno dei tuoi organi. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">In che modo <strong>gli elementi sono associati alle energie dei diversi organi</strong> e come possono aiutarti. </span> </li>
</ul><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><strong>CONOSCERE GLI ORGANI, LE FUNZIONI E LE RELAZIONI </strong></span></span> <ul><li><span style="font-size: small;">Come fare per <strong>riuscire a distinguere</strong> in base ai segnali del tuo corpo<strong> l'energia dei diversi organi. </strong><br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come<strong> capire il livello e lo stato della tua energia</strong> attraverso i segnali del tuo corpo<strong>.</strong><br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come puoi <strong>migliorare la tua capacità di espressione</strong> entrando in contatto con l'energia delle emozioni. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come puoi <strong>vincere la paura </strong>e situazioni di blocco attraverso l'energia dei reni. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Quale tipo di energia puoi sfruttare per iniziare ad <strong>agire e reagire alle situazioni. </strong></span> </li>
</ul><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><strong>QUAL E' LA VIA DA PERCORRERE PER STARE MEGLIO </strong></span></span> <ul><li><span style="font-size: small;">In che modo si possono manifestare sul tuo corpo <strong>le difficoltà di espressione dei sentimenti. <br />
</strong></span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come la tua pelle ti può indicare<strong> una difficoltà</strong> interna <strong>legata a una carenza di energie. <br />
</strong></span> </li>
<li><span style="font-size: small;">In che modo i segnali che il tuo corpo ti invia ti devono far <strong>riflettere sul modo di porti all'esterno.<br />
</strong></span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come fare sempre <strong>un uso costruttivo delle tecniche</strong> per ascoltare e capire il tuo corpo. <strong> <br />
</strong></span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come<strong> associare alcuni disturbi specifici</strong> a comportamenti che potrebbero esserne la causa.</span> </li>
</ul><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><strong>COME INFLUISCONO I MERIDIANI E IL FLUSSO DI ENERGIA </strong></span></span> <ul><li><span style="font-size: small;">L'importanza di <strong>trovare un momento</strong> della giornata <strong>per prenderti cura di te stesso</strong>. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come riuscire ad<strong> ascoltare e capire l'energia del meridiano</strong> per stare bene.<br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Quali <strong>esercizi fisici </strong>possono essere di grande aiuto per individuare le tensioni.<br />
<strong></strong></span> <span style="font-size: small;"><br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come puoi<strong> percepire lo stato della tua energia </strong>attraverso le tensioni del tuo corpo. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come puoi <strong>entrare in contatto con le tue energie </strong>e riattivarle. </span> </li>
</ul><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><strong>GLI ELEMENTI DELLE CINQUE TRASFORMAZIONI </strong></span></span> <ul><li><span style="font-size: small;">Come <strong>interpretare le energie</strong> legate agli elementi acqua, terra, metallo, legno e fuoco. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">In che modo <strong>puoi valutare la tua esperienza </strong>imparando a conoscerti. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come puoi <strong>raggiungere la tua soddisfazione</strong> e realizzazione attraverso l'analisi del tuo corpo. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come puoi<strong> raggiungere i tuoi obiettivi </strong>di benessere e serenità. </span> </li>
</ul><span style="font-size: small;"> </span><div class="testogiallo"><span style="font-size: small;"><strong>COME RAGGIUNGERE REALIZZAZIONE E SUCCESSO </strong></span></div><span style="font-size: small;"> </span><ul><li><span style="font-size: small;">Come metterti in condizione di poter <strong>scoprire il tuo percorso di crescita. </strong><br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Perché <strong>le tecniche Shiatsu</strong> possono aiutarti a capire le dinamiche interne del tuo corpo. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">L'importanza<strong> di poter condividere le tue idee </strong>con persone che abbiano i tuoi stessi interessi. </span></li>
</ul><span style="font-size: small;"><br />
<span style="color: black;"><strong></strong></span></span><br />
<span style="font-size: small;">Per scaricare l'ebook clicca <a href="http://www.autostima.net/shopping/prodotto.php?id_prodotto=267&pp=104707&utm_source=Aff104707&utm_medium=linkAff&utm_campaign=Aff104707id267%20q">qui</a>.</span><br />
<span style="font-size: small;"><br />
<span style="color: black;"><strong></strong></span></span><br />
<span style="font-size: small;"><br />
<span style="color: black;"><strong></strong></span></span><br />
<br />
<span style="color: black; font-size: 20px;"><strong></strong></span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-13487729707557462272011-10-07T11:34:00.001+02:002011-10-07T11:35:49.338+02:00Seminario di consapevolezza online per i lettori dell'ebook.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-wfRafDVZQeY/To7HVmSsvTI/AAAAAAAAACw/-cVYBLdZB8s/s1600/evento4ott.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="253" src="http://3.bp.blogspot.com/-wfRafDVZQeY/To7HVmSsvTI/AAAAAAAAACw/-cVYBLdZB8s/s320/evento4ott.jpg" width="320" /></a></div><h6 class="uiStreamMessage" data-ft="{"type":1}" style="font-weight: normal;"><span style="font-size: small;"><span class="messageBody translationEligibleUserMessage" data-ft="{"type":3}">Martedì 11 ottobre alle 22 partecipa gratuitamente al seminario di consapevolezza on line riservato ai lettori di "Per fortuna vivere è difficile". Invia prima di quella data a<a href="mailto:%20info@perfortunavivereedifficile.it"> info@perfortunavivereedifficile.it</a><a href="http://e.it/"></a> il <span style="color: red;">numero d'ordine</span> che hai ricevuto comprando l'ebook (lo trovi nell'email dell'ordine o sul sito dell'editore) e riceverai il link per la registrazione e l'accesso al workshop.</span></span></h6>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-58464323340174389932011-10-05T01:38:00.002+02:002011-10-05T12:00:44.960+02:00"Per fortuna vivere è difficile": guarda o scarica il webinar.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://presentazione.perfortunavivereedifficile.it/"><img border="0" height="217" src="http://1.bp.blogspot.com/-R_FQnivT6j0/TouYriJ2tqI/AAAAAAAAACs/fVXiRIRiado/s320/wiziq004.jpg" width="320" /></a></div>Cliccando <a href="http://presentazione.perfortunavivereedifficile.it/">su questo link</a> potrai guardare in differita la presentazione interattiva dell'ebook o effettuarne il download. La sessione live è andata on line martedì 4 ottobre 2011 dalle 22 alle 23.30.<br />
<br />
Se hai problemi con Flash (per esempio da Ipad o IPhone) o semplicemente preferisci il formato video, puoi seguire il webinar anche su Yotube <a href="http://youtu.be/4rfnaWkKxAI">cliccando qui.</a><br />
<br />
A tutti coloro i quali invieranno il numero d'ordine dell'ebook via email all'indirizzo <a href="mailto:info@perfortunavivereedifficile.it%20">info@perfortunavivereedifficile.it </a>sarà regalato il link d'accesso al seminario di consapevolezza che condurrò sempre via web martedì 11 alle 22.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-37596942632655609712011-10-03T16:45:00.000+02:002011-10-03T16:45:59.375+02:00Mindfulness, come gestire il pensiero (negativo).E' il titolo dell'<a href="http://www.marieclaire.it/Moda/Advertorial/L-intervista-ad-Alessandro-Calderoni-autore-di-Per-fortuna-vivere-e-difficile">articolo di Vanessa Perilli su Marieclaire.it</a>: contiene un'intervista-approfondimento sull'ebook "Per fortuna vivere è difficile".Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-35675596497406279472011-10-03T16:36:00.000+02:002011-10-03T16:36:02.070+02:00Effetto placebo: la mente produce effetti simili ai farmaci assunti.<a href="http://4.bp.blogspot.com/-2TBQb7r_DvE/TonHHpmrPLI/AAAAAAAAACo/8neT8autwao/s1600/effetto-placebo-1.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="http://4.bp.blogspot.com/-2TBQb7r_DvE/TonHHpmrPLI/AAAAAAAAACo/8neT8autwao/s200/effetto-placebo-1.jpeg" width="200" /></a><span style="font-size: small;">Il cervello ricorda i farmaci assunti e ne riproduce gli effetti in seguito, quando assume un placebo.<br />
La scoperta è di un team di ricercatori italiani guidati da Fabrizio Benedetti dell’Istituto Nazionale di Neuroscienze. Gli esiti dello studio sono stati pubblicati su <a href="http://www.nature.com/nrn/journal/v6/n7/full/nrn1705.html">Nature</a> e riguardano i farmaci antidolorifici ma in senso lato gettano nuova luce sull’interazione mente-corpo. <br />
In parole povere la reazione mentale al contesti di somministrazione di un placebo attiverebbe meccanismi del tutto simili a quelli provocati dai principi attivi assunti per placare il dolore. Il medico che ti dice: “Tra poco starà meglio” dandoti una compressa neutra, agisce insomma come la compressa efficace. Esiste cioè una somiglianza tra effetti di natura farmacodinamica ed effetti psicosociali. <br />
Nello specifico, quali effetti andrebbe a generare la suggestione operata dalle parole del medico? Il paziente che crede nella cura e ha fiducia nel medico attiva nel suo corpo endorfine o endocannabinoidi, cioè oppiacei o succedanei della cannabis, a seconda delle molecole assunte realmente prima del placebo. Pensare che starai meglio, insomma, ti farà stare meglio esattamente come se avessi preso un farmaco di cui hai già provato l’efficacia. <br />
Prossimo passo: capire quanto dura questa “memoria” psicochimica, testata al momento in una finestra temporale di pochi giorni.<br />
Le prospettive non sono niente male. Si va da una revisione delle pratiche sperimentali (il confronto con il placebo dev’essere a questo punto rivisto) a interessanti ipotesi di suggestione pilotata clinicamente.</span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-51192821526050540672011-09-27T01:19:00.000+02:002011-09-27T01:19:20.637+02:00Separarsi più facilmente, grazie all'autocompassione.<!--[if gte mso 9]><xml> <o:DocumentProperties> <o:Version>14.00</o:Version> </o:DocumentProperties> <o:OfficeDocumentSettings> <o:AllowPNG/> </o:OfficeDocumentSettings> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:TrackMoves/> <w:TrackFormatting/> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:DoNotPromoteQF/> <w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther> <w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian> <w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> <w:SplitPgBreakAndParaMark/> <w:EnableOpenTypeKerning/> <w:DontFlipMirrorIndents/> <w:OverrideTableStyleHps/> </w:Compatibility> <m:mathPr> <m:mathFont m:val="Cambria Math"/> <m:brkBin m:val="before"/> <m:brkBinSub m:val="--"/> <m:smallFrac m:val="off"/> <m:dispDef/> <m:lMargin m:val="0"/> <m:rMargin m:val="0"/> <m:defJc m:val="centerGroup"/> <m:wrapIndent m:val="1440"/> <m:intLim m:val="subSup"/> <m:naryLim m:val="undOvr"/> </m:mathPr></w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
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<div class="MsoNormal"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">E’ una questione di parole. Autocompassione non è un sinonimo di autoindulgenza né di autocommiserazione. Autocompatirsi, avere self-compassion, significa etimologicamente “soffrire con se stessi”, essere emotivamente accanto alla propria persona. In sintonia. In accettazione.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Tempo fa una ricerca dell’Università del Texas indicava l’accoglienza delle proprie imperfezioni, (autocompassione, appunto), come prima via verso il benessere.</span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-wf4lVoO80IM/ToEH8A7PVCI/AAAAAAAAACk/DJxdDWMczqA/s1600/62-separazione.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="http://2.bp.blogspot.com/-wf4lVoO80IM/ToEH8A7PVCI/AAAAAAAAACk/DJxdDWMczqA/s320/62-separazione.jpg" width="320" /></a><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Oggi arriva un <a href="http://dingo.sbs.arizona.edu/%7Emehl/eReprints/divorceselfcompassion_supplement.pdf">nuovo studio</a> dall’University of Arizona, e riguarda il divorzio. Chiunque si accinga ad attraversare il penoso iter della separazione, da qualunque parte stia e in qualunque modo stia vivendo il suo bivio, si trova comunque al centro di un periodo di profonda</span></div><div class="MsoNormal" style="text-indent: 0cm;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">ristrutturazione: ruolo, rappresentazioni mentali, distribuzione del tempo, luoghi, modi epersone sono destinati a cambiare bruscamente.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Tutto questo, naturalmente, è fonte di stress.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> Chi se la cava meglio? Secondo i ricercatori, per una volta ad essere avvantaggiate non sono le persone con maggiori autostima , ottimismo e facilità relazionale, ma chi ha una buona attitudine all’autocompassione. Cioè chi sta con se stesso e con il proprio dolore senza negarlo, per il tempo sufficiente a vederlo scorrere via.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Lo studio, effettuato su 107 persone, ha mostrato che questa caratteristica consente ai soggetti che ne sono dotati - o che la allenano con pratiche di consapevolezza - di superare l’impatto emotivo del periodo stressante in pochi mesi e con maggiore leggerezza.</span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Le donne ci riescono meglio, ricordano gli autori della ricerca. Ma gli uomini non possono cambiare sesso per questa ragione. Perciò conviene lavorare, un pochino ogni giorno, sulla propria capacità di autoaccogliersi, cominciando a sorridere mentalmente ai propri difetti. Un minuto al giorno, in tempo di pace, vi aiuterà a non essere impreparati in caso di guerra.</span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-62259910823975830742011-09-27T01:05:00.000+02:002011-09-27T01:05:31.624+02:00Tra medico e paziente: comunicare il dolore senza dolore.<span style="font-size: small;">E' uscito <a href="http://www.autostima.net/shopping/prodotto.php?id_prodotto=530&pp=104707&utm_source=Aff104707&utm_medium=linkAff&utm_campaign=Aff104707id530">"La comunicazione tra medico e paziente"</a>, un ebook di Amilcare Spinapolice per Bruno Editore.</span><br />
<br />
<span style="font-size: small;">L'autore ne dice:</span><br />
<span style="font-size: small;"><span><em>La relazione tra medico e paziente rappresenta un momento molto delicato che merita di essere approfondito. Al fine di superare tutte le difficoltà legate a questo tipo di rapporto, l'autore propone un percorso che, partendo dai principi della comunicazione, analizza quella specifica tra medico e paziente e le criticità che possono nascere. Attraverso le strategie proposte in questo testo, potrai imparare a comunicare con serenità e rispetto di te stesso e dell'altro, sia come medico che come paziente."</em></span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;">Per scaricare l'ebook clicca <a href="http://www.autostima.net/shopping/prodotto.php?id_prodotto=530&pp=104707&utm_source=Aff104707&utm_medium=linkAff&utm_campaign=Aff104707id530">qui.</a></span><br />
<span style="font-size: small;">Eccone il sommario.</span><br />
<br />
<span style="font-size: 14px;"><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><strong>COME SI COMUNICA TRA MEDICO E PAZIENTE E PERCHE' E' COSì IMPORTANTE</strong></span> </span></span><br />
<ul><li><span style="font-size: small;">Perché non si <strong>comunica </strong>solo con <strong>le parole.</strong><br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Quali sono le <strong>unità elementari </strong>della <strong>comunicazione</strong>. </span></li>
</ul><span style="font-size: small;"> </span><ul><li>La comunicazione e la <strong>volontà di non comunicare</strong>. </li>
</ul><span style="font-size: small;"> </span><ul><li>Come <strong>trasmettere</strong> agli altri la <strong>giusta</strong> <strong>immagine</strong> di te stesso.<br />
</li>
</ul><span style="font-size: small;"> </span><span style="font-size: small;"><span class="testogiallo"><strong>COME OTTENERE L'ALLEANZA MEDICO-PAZIENTE</strong></span> </span><ul><li><span style="font-size: small;">Cosa puoi fare per ottenere un <strong>buon dialogo</strong> con il tuo <strong>medico</strong>.<strong><br />
</strong></span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come puoi <strong>misurare</strong> la <strong>fiducia nel tuo medico</strong>.</span></li>
</ul><span style="font-size: small;"> </span><ul><li>Come il <strong>medico</strong> e il <strong>paziente</strong> devono affrontare un <strong>atto chirurgico</strong>. <br />
</li>
</ul><span style="font-size: small;"> </span><span style="font-size: small;"><span class="testogiallo"><strong>COME COMUNICARE NELLA CURA DELLA SALUTE</strong></span> </span><ul><li><span style="font-size: small;">Come <strong>superare la vergogna</strong> davanti al tuo medico.<br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Cosa deve caratterizzare un <strong>rapporto comunicativo leale</strong>.<br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Perché è importante sapere che <strong>la medicina non</strong> è una <strong>scienza generalista.</strong></span> </li>
</ul><span style="font-size: small;"> </span><ul><li>L'importanza di <strong>rispettare il paziente</strong> e di <strong>dire la verità</strong>. </li>
</ul><span style="font-size: small;"> </span><ul><li>L'<strong>atteggiamento</strong> migliore per <strong>affrontare le malattie</strong>. </li>
</ul> Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-14713997193681425092011-09-20T11:36:00.001+02:002011-09-20T11:40:09.161+02:0060 secondi di dolore e ci si sente emarginati<span style="font-size: small;">Rompersi una gamba o subire un tradimento: per il nostro cervello questi due eventi, e altri analoghi, sono più o meno la stessa cosa. Il dolore fisico e quello sociale condividono alcuni circuiti neurali. A partire da questa considerazione, già nota,<a href="http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ejsp.837/full"> il ricercatore italiano Paolo Riva, dell’Università di Milano Bicocca</a>, ha scoperto che basta un minuto di uno qualunque tra i due tipi di dolore, fisico o sociale, per provare la medesima sensazione di esclusione e solitudine.</span><br />
<br />
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-r4vEOZXqhAA/Tnhc_zXPZkI/AAAAAAAAABM/EtdqdBpmbug/s1600/emarginazione.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="241" src="http://2.bp.blogspot.com/-r4vEOZXqhAA/Tnhc_zXPZkI/AAAAAAAAABM/EtdqdBpmbug/s320/emarginazione.jpg" width="320" /></a><span style="font-size: small;"> </span><span style="font-size: small;">Per dimostrarlo, il team di Riva ha effettuato uno studio la cui fase sperimentale si è svolta negli Stati Uniti, presso i laboratori della Purdue University, nello stato dell’Indiana, e ha coinvolto un campione complessivo di 215 fra laureandi e studenti dello stesso ateneo, con un’età media intorno ai vent’anni. </span><br />
<br />
<span style="font-size: small;">Il primo studio ha coinvolto 100 persone suddivise in tre gruppi: i membri del primo avevano il compito di rievocare un dolore sociale, quelli del secondo un dolore fisico, il terzo gruppo, di controllo, doveva solo ripensare a una routine giornaliera. Il secondo esperimento ha suddiviso i restanti 100 individui in due gruppi casualmente assegnati a un dolore sociale o fisico. Quello sociale è stato indotto attraverso l’esclusione da un videogame interattivo; quello fisico con l’esposizioen prolungata di una mano all’acqua fredda. Tutti i partecipanti, alla fine, hanno compilato un’autovalutazione psicologica strutturata.</span><br />
<br />
<span style="font-size: small;">Il risultato di entrambi gli esperimenti concorda nel mostrare che sia l’induzione di dolore sociale sia l’induzione di dolore fisico riducono autostima, controllo, senso di appartenenza e percezione di significatività dell’esistenza e incrementano l’intensità delle emozioni negative e delle risposte antisociali. In particolare il secondo esperimento ha mostrato anche l’attitudine di entrambi i dolori a indurre i partecipanti a sentirsi psicologicamente esclusi e ignorati.</span><br />
<br />
<span style="font-size: small;">Cosa vuol dire? Quando qualcuno ingigantisce un dolore, spesso lo si accusa di essere un vittimista o di soffrire di stati depressivi. Invece è possibile che il dolore stesso induca emozioni negative talmente forti da squilibrare il tono dell’umore. Si crea insomma un circolo vizioso: dolore ed emozioni si infilano nel circuito della percezione interpretativa e quindi si alimentano a vicenda.</span><span style="font-size: small;"> </span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 115%;">Come interrompere questo loop? Quando non è possibile agire nella realtà interrompendo il dolore fisico o sociale, è comunque più semplice e rapido intervenire all’interno del proprio flusso di pensieri per cambiare lo stato emotivo presente, disinnescando lo schema dolore-emozione-dolore. Si può fare almeno in due modi. </span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 115%;">Il primo è manipolativo e richiede la capacità di visualizzare il proprio dolore contemporaneamente a livello sensoriale nella parte del corpo in cui abita (se il dolore è sociale, occorre fare riferimento alle sensazioni indirette, come il bruciore di stomaco, la nausea, il respiro corto, il mal di testa o altro) e a livello immaginativo associandolo all’immagine che genera automaticamente, e al circuito chiuso di pensieri negativi cui si lega. E’ possibile quindi cambiare le caratteristiche del quadretto mentale, depotenziandolo, sfocandolo, rendendolo distante, lento,in bianco e nero, a basso volume, e riportando sulla parte del corpo coinvolta le stesse sensazioni di affievolimento progressivo. </span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 115%;">Il secondo metodo è basato sull’accoglienza: consiste nell’osservare senza giudizio e senza pre-occupazione le condizioni complessive nel momento presente. Cosa sento, penso, provo ora, in questo momento. E poi in questo. E in questo. Senza affezionarsi negativamente a uno stato specifico, senza trattenerlo. Osservare le cose come stanno insegna a osservare come mutano in pochi minuti e quindi a non confondere ciò che si prova in un determinato momento con la realtà assoluta. </span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 115%;">Si tratta di pratiche, non di nozioni: funzionano se si fanno, non basta leggerle.</span></span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-27750993595564321102011-09-20T11:25:00.000+02:002011-09-20T11:25:12.844+02:00Viaggiare attraverso le emozioni.<span style="font-size: small;">E' uscito l'ebook <a href="http://www.autostima.net/shopping/prodotto.php?id_prodotto=556&pp=104707&utm_source=Aff104707&utm_medium=linkAff&utm_campaign=Aff104707id556">Viaggio nelle emozioni </a>di Maurizio Gani (Bruno Editore) </span><br />
<span style="font-size: small;"><br />
</span><br />
<span style="font-size: small;">L'autore ne dice: <span><em>In questo viaggio all’interno del tuo Io imparerai a gestire e controllare le tue emozioni più profonde: gioia, paura, tristezza ecc. Grazie a consigli pratici e test psicologici comprenderai al meglio la tua mappa mentale ed emotiva e sarai in grado di orientare la tua vita verso l’equilibrio interiore. Ecco un manuale per sopravvivere alla nostra vita emotiva.</em></span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span><em></em></span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span><em></em></span>Per leggere un'anteprima clicca <a href="http://www.autostima.net/shopping/prodotto.php?id_prodotto=556&pp=104707&utm_source=Aff104707&utm_medium=linkAff&utm_campaign=Aff104707id556">qui</a>.</span><br />
<span style="font-size: small;">Ecco il sommario:</span><br />
<span style="font-size: small;"><span class="testogiallo"><strong>COME RICONOSCERE ED ESPRIMERE LE EMOZIONI</strong></span> </span><br />
<ul><li><span style="font-size: small;"> Come nascono le <strong>emozioni</strong>. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Imparare a <strong>distinguere</strong> le diverse emozioni.<br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"><strong>Il mosaico psicologico</strong> della vita affettiva: cos’è e da cosa è composto. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Le <strong>emozioni fondametali</strong> e le emozioni complesse.<br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come <strong>esprimere al meglio</strong> le proprie emozioni. </span> </li>
</ul><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><strong>COME AFFRONTARE LE EMOZIONI FONDAMENTALI</strong></span> </span><ul><li><span style="font-size: small;"> Le <strong>emozioni positive</strong>: come nascono e cosa rappresentano. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Come affrontare <strong>la tristezza</strong> con le emozioni reattive. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Imparare a <strong>controllare la paura.</strong></span> <span style="font-size: small;"><br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Come <strong>trasformare la rabbia</strong> in energia emotiva. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Imparare ad apprezzare il <strong>disgusto.</strong></span> </li>
</ul><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><strong>COME AFFRONTARE LE EMOZIONI COMPLESSE (PARTE 1)</strong></span> </span><ul><li><span style="font-size: small;"> Imparare a gestire le <strong>ambivalemze emotive</strong>. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Gestire e <strong>superare la gelosia</strong>. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Come <strong>evitare</strong> l’insorgere dell’<strong>invidia</strong>. </span></li>
</ul><span style="font-size: small;"> </span><ul><li><span style="font-size: small;"> Come <strong>superare imbarazzo</strong> e timidezza. <br />
</span> </li>
<li> <span style="font-size: small;"><strong>La nostalgia</strong>: cos’è e come nasce. </span></li>
</ul><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><strong>COME AFFRONTARE LE EMOZIONI COMPLESSE (PARTE 2)</strong></span> </span><ul><li><span style="font-size: small;"> Come si origina <strong>l’emozione estetica</strong>. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Imparare ad <strong>allontanare la noia</strong>. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Come si <strong>genera il disprezzo</strong>. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Imparare a <strong>credere in se</strong> stessi. </span></li>
</ul><span style="font-size: small;"> </span><ul><li><span style="font-size: small;"> Come usare la <strong>PNL per gestire le emozioni</strong></span> </li>
</ul><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><strong>COME AVVIENE L'ATTIVAZIONE FISIOLOGICA</strong></span> </span><ul><li><span style="font-size: small;"> Come agisce il nostro <strong>cervello</strong> quando proviamo <strong>emozioni</strong>. </span></li>
</ul><span style="font-size: small;"> </span><ul><li><span style="font-size: small;"> Come misurare <strong>l’attivazione di un’emozione</strong>. <br />
</span> </li>
<li> <span style="font-size: small;"><strong>L’attivazione fisiologica</strong>: cos’è e come valutarla. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Imparare a <strong>“comprendere” le emozioni</strong>. <br />
</span> </li>
<li> <span style="font-size: small;"><strong>La Teoria del Processo Antagonista</strong>: cos’è e cosa comporta. </span></li>
</ul><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><strong>COME CONTROLLARE LE ESPRESSIONI EMOTIVE</strong></span><br />
</span><ul><li><span style="font-size: small;"> Le emozioni secondo la <strong>teoria evoluzionista</strong>. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Il <strong>volto come specchio</strong> delle nostre emozioni. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">La comunicazione <strong>non verbale</strong>. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Come <strong>riconoscere le bugie</strong>.<br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;">Imparare ad analizzare le <strong>espressioni delle emozioni</strong>. </span> </li>
</ul><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><strong>COME USARE LE EMOZIONI PER INFLUENZARE IL SOCIALE</strong></span> </span><ul><li> <span style="font-size: small;"><strong>Il contributo dell’informatica</strong> alla diffusione delle emozioni. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Il <strong>confronto sociale</strong>: perché è utile e come affrontarlo. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Imparare a usare la <strong>comunicazione persuasiva</strong>. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> L’altra faccia di noi stessi: le <strong>emozioni artificiali</strong>. <br />
</span> </li>
<li><span style="font-size: small;"> Come sfruttare al meglio <strong>la funzionalità delle emozioni</strong></span>. </li>
</ul>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-61985610824563944312011-09-16T13:31:00.000+02:002011-09-16T13:31:11.913+02:00"Per fortuna vivere è difficile" è webinar, martedì 4 ottobre h 22,<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-NkEzmGYjDP8/TnMyKCxNvNI/AAAAAAAAABI/wn9dU9wU25Y/s1600/evento4ott.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="158" src="http://3.bp.blogspot.com/-NkEzmGYjDP8/TnMyKCxNvNI/AAAAAAAAABI/wn9dU9wU25Y/s200/evento4ott.jpg" width="200" /></a></div><div style="text-align: left;"></div><span style="font-size: small;">L'ebook si trova in rete, la presentazione pure. Martedì 4 ottobre 2011 alle 22 vai su <a href="http://presentazione.perfortunavivereedifficile.it/">http://presentazione.perfortunavivereedifficile.it</a> e partecipa alla presentazione live del mio ebook. Proporrò una breve sintesi interattiva dei contenuti principali del libro, in videoconferenza e con l'ausilio di scarabocchi e appunti che condividerò con tutti. ;-) Parlerò di consapevolezza, mindfulness, gestione delle emozioni negative e del dolore, facendo esempi e proponendo un esercizio pratico a tutti i presenti. </span><br />
<br />
<span style="font-size: small;">A chi acquista o ha già acquistato l'ebook regalerò l'iscrizione a un seminario pratico live che condurrò, sempre online, la settimana successiva, in esclusiva per i lettori di "Per fortuna vivere è difficile".</span><br />
<span style="font-size: small;"><br />
</span><br />
<span style="font-size: small;">Segnatelo: martedì 4 ottobre, ore 22, comodamente da casa tua, naturalmente gratis, cliccando <a href="http://presentazione.perfortunavivereedifficile.it/">su questo link</a></span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-57068953393139678912011-09-13T01:17:00.003+02:002011-09-14T14:35:38.897+02:00Dolore per piacere: in tema di sesso estremo.<span style="font-size: small;">In questi giorni la cronaca nera dedica ampio spazio alla storia di Soter Mulè, l'ingegnere romano che, nel corso di una sessione di bondage con la tecnica giapponese detta shibari, ha ucciso una ragazza in un garage dell'Agenzia delle Entrate, mettendo a rischio contemporaneamente l'incolumità di un'altra protagonista del gioco erotico, legata alla vittima come se l'ensemble costituisse una specie di bilancia in sospensione davanti agli occhi dell'uomo. Il gioco del respiro, lo chiamano.</span><br />
<span style="font-size: small;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-kp7IM3pKc9s/Tm6SEsOdgpI/AAAAAAAAABE/8930ZvlV2ts/s1600/dolore11.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="132" src="http://2.bp.blogspot.com/-kp7IM3pKc9s/Tm6SEsOdgpI/AAAAAAAAABE/8930ZvlV2ts/s200/dolore11.jpg" width="200" /></a>Al di là del dato cronistico o giudiziario, la domanda più frequente che sento in questi giorni è: come fanno a provare piacere in quel modo? C'è chi ricorda che neuroanatomicamente le zone del dolore e del piacere, a livello insulare, sono attigue; c'è chi ne fa un discorso prettamente simbolico o estetico; c'è chi scomoda la psicodinamica. Io osservo e non commento, anche perchè so che questo tipo di gioco può arrivare a estremi di varia natura, pur in condizioni di sicurezza, di solito. Frequentando giornalisticamente, in diverse occasioni, luoghi e persone del panorama bdsm lombardo e veneto ho visto mummificazioni, incelofanature, calpestamenti, trattamenti con cera bollente, clisteri caldi... E, soprattutto, sospensioni con uncini. Ecco, quella sera, di cui riporto qui una fotografia, la ricordo bene. </span><br />
<span style="font-size: small;">Mi ero appostato con la macchina fotografica sotto le ragazze appese e il sangue gocciolava come fossero manzi in macelleria. Ho parlato a lungo con le appassionate di queste sospensioni cruente e la lezione che ho imparato riguarda l'alterazione del loro stato di coscienza durante la performance. Ricordo che mi spiegarono che nei circa quaranta minuti necessari alla preparazione (quando cioè vengono loro infilati quattro uncini nella schiena), il loro stato di presenza muta fino a farle entrare in una sorta di trance. Quando agli uncini vengono legate le corde e parte la sospensione, con il distacco dei loro piedi da terra è come se avvenisse anche un distacco della loro coscienza dall'esperienza di veglia comune. In effetti provano dolore ma lo trasformano in una sorta di attitudine meditativa. Personalmente non lo farei mai, non rientra nei miei gusti, però mi affascina constatare come una sofferenza estrema, volontaria, possa essere gestita in modo squisitamente mentale, senza ansia, anzi con una certa invidiabile serenità. Se funziona per loro, mi dissi quella sera, funziona per tutti. L'importante è che oltre al consenso dei protagonisti ci sia anche una completa sicurezza per chi partecipa.</span><br />
<span style="font-size: small;">Allego qui sotto anche un video realizzato in tema di bdsm con il sessuologo Alberto Caputo qualche anno fa.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/vtdMdgNR3M4?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-43531121006070960812011-09-13T00:49:00.000+02:002011-09-13T00:49:13.108+02:00Il gene del dolore cronico<!--[if gte mso 9]><xml> <o:OfficeDocumentSettings> <o:AllowPNG/> </o:OfficeDocumentSettings> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:TrackMoves/> <w:TrackFormatting/> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:DoNotPromoteQF/> <w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther> <w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian> <w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> <w:SplitPgBreakAndParaMark/> <w:EnableOpenTypeKerning/> <w:DontFlipMirrorIndents/> <w:OverrideTableStyleHps/> </w:Compatibility> <w:DoNotOptimizeForBrowser/> <m:mathPr> <m:mathFont m:val="Cambria Math"/> <m:brkBin m:val="before"/> <m:brkBinSub m:val="--"/> <m:smallFrac m:val="off"/> <m:dispDef/> <m:lMargin m:val="0"/> <m:rMargin m:val="0"/> <m:defJc m:val="centerGroup"/> <m:wrapIndent m:val="1440"/> <m:intLim m:val="subSup"/> <m:naryLim m:val="undOvr"/> </m:mathPr></w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
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<div class="MsoPlainText">Si chiama HXN2 e secondo un team di ricercatori di Cambridge sarebbe il gene responsabile del dolore cronico, ma non di quello acuto. Subito la comunità scientifica ha drizzato le antenne per capire se possa essere considerato imminente il momento di sviluppare farmaci in grado di bloccare la proteina codificata dal gene, offrendo così un rimedio a ci soffre di dolori stabili e perenni. </div><a href="http://4.bp.blogspot.com/-ZmSzUcC9XkM/Tm6MFXnFjpI/AAAAAAAAABA/68nYeU8clgM/s1600/gene+hxn2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="http://4.bp.blogspot.com/-ZmSzUcC9XkM/Tm6MFXnFjpI/AAAAAAAAABA/68nYeU8clgM/s320/gene+hxn2.jpg" width="320" /></a>Lo studio, pubblicato da Science, si è svolto con esperimenti su topi privati di quel gene e i risultati confermano che in assenza di HXN2 il dolore neuropatico, dovuto alla presenza di danni nervosi e non a infiammazioni o acuzie: una tipologia comune, a lunga durata e farmacoresistente.<br />
<br />
Sarebbe interessante stabilire attraverso un protocollo di ricerca anche gli eventuali effetti dell'intervento immaginativo, mindfulness e meditazione in primis, sulla sintesi proteica indotta dal gene in questione. Come è noto, infatti, l'apprendimento modifica il comportamento e rafforza pattern di attivazione neuronale progressivamente più funzionali, insegnando al sistema nervoso come "fare rete" e di conseguenza intervenendo anche sull'espressione genetica correlata. Studi effettuati su monaci tibetani, per esempio, dimostrano che, pur avvertendo il dolore, il loro cervello è addestrato a una ridotta comunicazione cortico-corticale: in pratica è come se avvertissero il dolore ma non ci rimuginassero sopra, lasciandolo scorrere.<br />
<br />
Insomma, ogni scoperta biochimica sulla sofferenza fisica è benvenuta, specie se con un approccio più ampio della semplice corsa al farmaco... <br />
<div class="MsoPlainText"><br />
</div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1093921583616345038.post-6912545854693090542011-09-13T00:28:00.000+02:002011-09-13T00:28:59.150+02:00Un ebook per il dialogo di coppia.<span style="font-size: small;">Esce il 19 settembre <a href="http://www.autostima.net/shopping/prodotto.php?id_prodotto=553&pp=104707&utm_source=Aff104707&utm_medium=linkAff&utm_campaign=Aff104707id553">Amore, come posso parlarti?</a>, di Manuel Mauri e Mauro Barachetti (Bruno Editore).</span><br />
<br />
<span style="font-size: small;">Gli autori ne dicono: <i>Molte persone credono che per ricevere amore sia necessario donarsi completamente all'altro, ottenendo spesso in cambio solo frustrazione e sofferenza. Grazie a questo ebook imparerai a comunicare le tue emozioni e ad ascoltare i tuoi bisogni in maniera tale da rendere appagante non solo il tuo rapporto di coppia, ma la tua stessa vita. Attraverso esempi pratici e teorie consolidate, scoprirai il vero significato dell'amore, imparando ad apprezzare prima di tutto te stesso, per vivere in armonia e serenità con la persona del tuo cuore.</i></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><i></i></span><br />
<span style="font-size: small;">Per leggere un'anteprima, clicca <a href="http://www.autostima.net/shopping/prodotto.php?id_prodotto=553&pp=104707&utm_source=Aff104707&utm_medium=linkAff&utm_campaign=Aff104707id553">qui.</a></span><br />
<span style="font-size: small;">Ecco il sommario </span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span class="testogiallo"><b>COME GENERARE L'AMORE</b></span> </span><br />
<ul><li><span style="font-size: small;">Impara a riconoscere il <b>vero valore </b>dell'amore.<br />
<br />
</span></li>
<li><span style="font-size: small;">Scopri le tecniche per <b>trasformare la speranza in realtà</b>.<br />
<br />
</span></li>
<li><span style="font-size: small;">Le tue relazioni? <b>I segreti </b>per farle durare.<br />
<br />
</span></li>
<li><span style="font-size: small;"><b>Il Triangolo dell'amore</b>: impara a conoscerlo.<br />
<br />
</span></li>
<li><span style="font-size: small;"><b>Riconosci e impara</b> a gestire le aspettative e i bisogni di ogni coppia.<br />
</span></li>
</ul><span style="font-size: small;"> <span class="testogiallo"><b> </b></span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span class="testogiallo"><b>COME MANTENERE VIVO L'AMORE</b></span> </span><br />
<ul><li><span style="font-size: small;"> Gli incantesimi e <b>i segreti dell'autoipnosi</b>: impara a conoscerli e gestirli <br />
<br />
</span></li>
<li><span style="font-size: small;">Come <b>"sbloccare" un incantesimo</b>.<b><br />
</b><br />
</span></li>
<li><span style="font-size: small;">Usa le tecniche per affrontare <b>i blocchi comportamentali</b> all'interno della coppia.<br />
<br />
</span></li>
<li><span style="font-size: small;">Impara a spezzare gli incantesimi con <b>gli antidoti</b>.</span></li>
</ul><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-size: 14px;"><span class="testogiallo"><b>COME CONDIVIDERE L'AMORE</b></span> </span></span><br />
<ul><li><span style="font-size: small;">Scopri come allontanare per sempre la tua <b>paura di amare</b>.<br />
<br />
</span></li>
<li><span style="font-size: small;">Le tecniche per conoscere i tuoi bisogni e <b>imparare a condividerli</b>.<br />
<br />
</span></li>
<li><span style="font-size: small;">Il segreto della <b>Dinamica Relazionale Applicata</b>.</span></li>
</ul><span style="font-size: small;"> </span><br />
<ul><li><span style="font-size: small;">La <b>compravendita delle emozioni</b>: come gestirla.</span></li>
<span style="font-size: small;"> </span></ul><ul><li><span style="font-size: small;">Il contatto vincente con l'altro attraverso <b>il concetto di parrot-frasing</b>.</span></li>
<span style="font-size: small;"> </span></ul><span style="font-size: small;"><br />
</span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00722520106633927645noreply@blogger.com0