martedì 13 settembre 2011

Il gene del dolore cronico


Si chiama HXN2 e secondo un team di ricercatori di Cambridge sarebbe il gene responsabile del dolore cronico, ma non di quello acuto. Subito la comunità scientifica ha drizzato le antenne per capire se possa essere considerato imminente il momento di sviluppare farmaci in grado di bloccare la proteina codificata dal gene, offrendo così un rimedio a ci soffre di dolori stabili e perenni.
Lo studio, pubblicato da Science, si è svolto con esperimenti su topi privati di quel gene e i risultati confermano che in assenza di HXN2 il dolore neuropatico, dovuto alla presenza di danni nervosi e non a infiammazioni o acuzie: una tipologia comune, a lunga durata e farmacoresistente.

Sarebbe interessante stabilire attraverso un protocollo di ricerca anche gli eventuali effetti dell'intervento immaginativo, mindfulness e meditazione in primis,  sulla sintesi proteica indotta dal gene in questione. Come è noto, infatti, l'apprendimento modifica il comportamento e rafforza pattern di attivazione neuronale progressivamente più funzionali, insegnando al sistema nervoso come "fare rete" e di conseguenza intervenendo anche sull'espressione genetica correlata.  Studi effettuati su monaci tibetani, per esempio, dimostrano che, pur avvertendo il dolore, il loro cervello è addestrato a una ridotta comunicazione cortico-corticale: in pratica è come se avvertissero il dolore ma non ci rimuginassero sopra, lasciandolo scorrere.

 Insomma, ogni scoperta biochimica sulla sofferenza fisica è benvenuta, specie se con un approccio più ampio della semplice corsa al farmaco...

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