Una ricerca di Kathryn Curtis pubblicata nel 2011 sul Journal of Pain Research si occupa di vagliare gli effetti dello yoga sui livelli di cortisolo in un campione di donne affette da fibromialgia. Che, tradotto, significa dolore cronico e affaticamento, indolenzimento, disturbi del sonno, problemi gastrointestinali, ansia, sintomi depressivi. Occorre specificare che il cortisolo è tristemente noto come “ormone dello stress”, ma nelle persone con fibromialgia si presenta a livelli ben inferiori alla media, il che contribuisce ad aumentare la sensibilità al dolore e alla fatica. Ebbene, due sessioni di yoga alla settima, per una durata di 75 minuti ciascuna, l’effetto di normalizzare il livello di cortisolo in questi soggetti, predisponendoli a una migliore tolleranza delle esperienze di dolore.
“Lo yoga – commenta Curtis – promuove la consapevolezza che noi non siamo i nostri corpi, le nostre esperienze, il nostro dolore. E questo è estremamente utile nella gestione delle sensazioni dolorose.”.
Allo stesso modo Stephanie Reid-Arndt, del Department of Health Psychology della School of Health Professions ha pubblicato, sempre quest’anno, una ricerca che riguarda il Taichi (o Tai Chi, o Taiqi) e I malati di cancro. Questa arte marziale interna cinese prevde che chi la pratica effettui delle forme di movimento a bassa velocità e alta consapevolezza. Presenza, lucidità, rilassamento e lentezza convivono in modo ottimale in questa disciplina che ben si addice anche ha chi ha particolari limitazioni fisiche o è in trattamento chemioterapico. Le donne prese in esame, tutte malate di cancro, hanno seguito due sessioni di Taichi da un’ora due volte alla settimana per dieci settimane. I risultati evidenzioano un miglioramento delle condizioni psichiche generali e anche delle abilità cognitive. Stando ai risultati dello studio, in generale questa attività aumenta il livello di concentrazione individuale e risulta efficace e utile, a livello squisitamente pratico, per chiunque abbia una sensazione di confusione, vuoto, smarrimento, mancanza di motivazione, anche non in correlazione con uno stato di malattia conclamata.
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