sabato 15 ottobre 2011

Dolore cronico: nuovi farmaci e mindfulness.

Il dolore cronico non oncologico affligge il 55,7% delle persone tra i 45 e i 65 anni, nel 55% dei casi a causa di lombalgie croniche e nel 45% quale dolore cronico delle articolazioni. In quasi il 45% dei casi dura da oltre tre anni e nel 20,7% da uno-tre anni.
Come viene trattato? Con antinfiammatori nel 30,6% circa dei casi, con paracetamolo nel 22,2% e con oppioidi deboli nel 14,3%. Ma il 45,5% dei pazienti  si dichiara insoddisfatto dalla cura. Non funziona tanto, dicono.  Questi aspetti, riportati dal portale Doloredoc nel 2011, emergono da un’indagine tra 192 pazienti, condotta parallelamente a una indagine tra 325 medici.

E mentre più di trenta città italiane il 16 ottobre aderiscono alla prima Giornata nazionale contro il dolore, la stampa si concentra sulla comunicazione dell’arrivo di un nuovo farmaco, il tapentadolo, che promette maggiore efficacia analgesica e migliore tollerabilità ed è dedicato proprio a chi è afflitto da dolore cronico.

Sarebbe utile e intellettualmente corretto ricordare, insegnare o comunicare l’efficacia delle pratiche meditative, provata in Oriente da più di due millenni di risultati empirici e in Occidente da tre decenni di ricerche scientifiche. Un percorso di training alla mindfulness e una pratica quotidiana pur breve portano a risultati eccellenti e stabili. Per quanto riguarda il meccanismo degli effetti analgesici, diversi studi  (tra cui Orme-Johnson et al., Neuroreport, 21,1359-63,2006).hanno dimostrato su volontari sani in meditazione una riduzione del 40-50% della risposta evocata dall’attivazione periferica delle vie dolorifiche nel cervello, a livello del talamo e della corteccia prefrontale. Inoltre è ancora più comprovato l’effetto della mindfulness sul controllo delle componenti psicologiche che circondano il dolore che, come è noto, è un fenomeno percettivo complesso nell’ambito del quale il pensiero ricorsivo, l’ansia e la paura generano un effetto aggravante e amplificante.

Le ricerche si sono moltiplicate esponenzialmente negli ultimi dieci anni, i più grandi contributi teorici, divulgativi e metodologici attuali arrivano da medici, come J. Kabat-Zinn e D.J. Siegel. Prima di trangugiare l’ennesima pillola, pensaci.

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